Per lucem et tenebram transeunt vitae nostrae mortalis.

venerdì 4 marzo 2011

Lieve scende la neve...

Buonasera a tutti!
Quest'oggi, dopo le riflessioni profonde dei giorni scorsi, che devo dire stanno dando ottimi frutti e splendidi brividi, parlerò di un argomento decisamente più leggero, in tutti i sensi: la neve!
Ora non so cosa stia succedendo a casa vostra ma qui nel mio borgo natio la situazione meteorologica è drammatica.
La mia settimana a Ferrara (tralasciando che per questioni di lezioni inizia di martedì) è cominciata con una giornata di pioggia indicibile: secchiate di acqua dal cielo. E' il clima che odio di più: non fa caldo, non fa freddo; fa umido! Faccio la valigia e metto dentro un abbigliamento confacente al clima: maglioncini, camicie, stivali di gomma, jeans...Per scrupolo (ma così tanto per) infilo anche un maglioncino di cotone e un bel maglione di quelli antiproiettile che usano gli agenti della swat. Prendo il treno, arrivo nella ridente cittadina, la pioggia non accenna a diminuire. La sera vado al cinema. Piove. Vado a bere qualcosa dopo il cinema. Piove. Torno a casa. Piove. Vado a letto. Piove. Predispongo quindi i secchi nei punti strategici della casa: bello il palazzo storico del 1400, peccato piova dentro...
La mattina dopo mi sveglio. Ovviamente piove. Mi vesto per andare a lezione e mi infilo il piumino, non tanto per il freddo quanto per il cappuccio. Arrivo in aula. Ora non so come sia nelle vostre facoltà, ma da noi quando si entra nelle aule sembra di essere lanciati nella savana africana: caldo atroce, riscaldamento a palla, leoni e iene che si aggirano fra i banchi...quel giorno qualche genio aveva aperto le finestre. Risultato: caldo+umidità= foresta amazzonica. Quindi quella mattina avevamo anche scimmie e tucani.
A metà giornata l'asse terrestre si inclina improvvisamente, spostando l'equatore. Esco dalla facoltà: 17 gradi. Stiamo scherzando???? Sono arrivata a casa che mi sembrava di aver appena corso la maratona di New York. Ringraziando la sorte al pomeriggio sfrutto cappotto e maglioncino di cotone per uscire.
Giorno 2: mi sveglio. Mentre sono li che mi crogiolo sotto il piumone avverto uno strano rumore sulle tegole del tetto: non era quello della pioggia, era molto più ovattato e si sentiva appena. Voi sapete già che cos'è ma non potete immaginare i santi che sono venuti giù quando ho aperto le tende (a Ferrara per chi non lo sapesse vanno di moda le tende al posto delle imposte o tapparelle): NEVICAVA!!!Di brutto anche!!Era già tutto bianco e la mia bici arancione era appena visibile sotto quello schifo di neve. Due giorni di neve. Due giorni. Un incubo.
Per capire la mia disperazione occorre però sapere un paio di cose:
1-A mio parere bisognerebbe approvare una legge che consente di nevicare solo da dicembre a metà febbraio (montagna esclusa per non rovinare il turismo sciistico) quando la neve fa Natale, fa presepe, fa caldarroste attorno al fuoco!!NON a Marzo, quando la neve fa schifo, umido e freddo.
2-Con la neve la gente impazzisce (come per San Valentino, avete presente?Però la follia è generalizzata e non colpisce solo i commessi). Tutti diventano isterici. Quando incroci una persona sul marciapiede e si è entrambi dotati di ombrello, piuttosto che scostare quei cosi per fare spazio, la gente si blocca, aspetta che tu la circumnavighi, e poi ricomincia a camminare. Per non parlare dei portici!Tutti fitti sotto i portici, come se venisse giù del napalm. E i ciclisti!
I ciclisti con la neve si dividono i due categorie. La prima comprende tutta quella gente che è in giro per la città in bici, che quando inizia a nevicare smonta e prosegue a piedi, PERO' dove normalmente circolerebbe in bici, ovviamente. Il risultato sono maxi-ingorghi sulle ciclabili e vecchiette spalmate ogni 200 metri.
La seconda categoria riguarda invece quelli che vanno in bici MA con ombrello, visiera, sciarpa arrotolata attorno alla faccia, cane guida, slitta e rompighiaccio. Risultato: non vedono nulla!!!niente, ti arrivano addosso così, sparati a 140 km orari, slittando sul ghiaccio e con l'ombrello che fa da aliante!
E poi, ci sono io. Io con la neve vado in bici e non uso l'ombrello. Cappuccio, guanti e velocità media di crociera di una lumaca. Io con la neve parto semplicemente una decina di minuti prima del solito e andando con calma e con addosso una giacca impermeabile (lo ricordo a tutti: la lana non è impermeabile!) evito di fare dei morti e faccio un uso molto blando del campanello.
Quindi, direte voi, perché un odio così sconfinato per la neve? Beh, è fredda, umida e in città puzza. Si si...in città la neve puzza!Sa di smog, se ne sta lì, grigiolina, ai lati della strada e ti fissa come per ricordarti che Marzo è un mese pazzerello e almeno finché non sarà finito la tua valigia peserà sempre quel chiletto in più...certo, a meno che non passi metà settimana con maglione antiproiettile...non sarà proprio il trionfo del fashion ma almeno so che in caso di sparatoria tra ciclisti impazziti io sono al sicuro!

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