E tutto deriva dal fatto che domenica sono andata a vedere uno spettacolo su Giordano Bruno in quel di Bologna e, beh, è stata una cosa favolosa, a dir poco!Tralasciando il fatto che quella meraviglia aveva per me un significato tutto particolare e intimo, credo che non ci sia stata persona in sala che sia rimasta indifferente...e la magia del teatro sta proprio qui!Scuotere la gente da questa monotonia di esistenza, farci sentire per poco più di un'ora totalmente presi e coinvolti in qualcosa che è altro da noi ma che fa vibrare qualche corda segreta, laggiù nel profondo...
Beh, io di Giordano Bruno non sapevo quasi nulla se non che è morto bruciato in Campo dei Fiori (lo sapevate che è l'unica piazza antica di Roma senza una chiesa?) e non è che ora mi consideri una grande esperta ma tra le altre mille riflessioni che quell'allestimento ha fatto fiorire nella mia testa e nel mio cuore, ce n'è una che vorrei condividere con voi.
Tutto il mio ragionamento è partito dal presupposto che Giordano è stato un uomo che ha accettato di farsi bruciare vivo. Cavolo. Ci vuole coraggio ragazzi miei. Ora, lasciamo stare che anche lui ha tentato di salvarsi la pelle (e chi non l'avrebbe fatto?) ma alla fine ha detto "Ok ragazzi, io non cambio idea e sono disposto a morire per questo". Oggi se vogliamo fare un conto ideale degli uomini e delle donne disposti a morire per i propri ideali credo bastino due mani e forse qualche dito avanza anche, ma in passato di persone così ce ne sono state eccome. E me questa cosa fa pensare. E va beh, la morte era un concetto molto diverso in passato: diciamolo era molto più facile morire! L'aspettativa media di vita era drammaticamente bassa e, se proprio non eri abbastanza sfortunato da finire nelle mani dell'inquisizione, c'erano sempre le malattie che arrivano e falciavano interi paesi, i cataclismi, la fame, il freddo e compagnia bella...per questo motivo posso ammettere che forse gli uomini e le donne del passato erano meno sconvolti dal'idea di lasciare questo mondo perché la morte era roba di tutti i giorni. Però, morire per difendere qualcosa in cui si crede è roba tosta. sono fermamente convinta che tutti coloro che hanno fatto questo immane sacrificio fossero, per assurdo,persone incredibilmente attaccate alla vita, amanti della vita. Si, perché morire pur di non rinunciare a qualcosa in cui si crede e come dire morire per non rinunciare ad una parte della propria vita. Morire perché si ama troppo una parte della propria esistenza. Forse qualcuno potrà chiamarlo orgoglio. Ma essere orgogliosi fino alla morte, beh, significa proprio non avere un briciolo di sale in zucca e, personalmente, non credo sia il caso delle persone a cui sto pensando. No, io sono fermamente convinta che morire per un'ideale sia la forma suprema di attaccamento alla vita.
E qui parte la seconda parte del mio ragionamento: mi sono messa nei panni di un'eretica. Ma non un'eretica di quelle di infimo ordine, una di quelle povere donne che venivano prese e bruciate con l'accusa di stregoneria. No no. Un'eretica di quelle serie, con tutte le carte in regola: scritti eretici, filosofie eretiche, comportamenti eretici e tutto il resto. E ovviamente in questo caso, se voglio ambientare la mia vita da eretica all'epoca di Giordano, avrei dovuto essere un eretico. Nessuno avrebbe preso sul serio una donna (tralasciamo il caso di Giovanna d'Arco: lei non era una filosofa, sentiva le voci e combatteva con tanto di armatura...). Dopo essermi immaginata me stessa in queste condizioni mi sono chiesta: io mi sarei fatta bruciare? o avrei fatto come Galileo? Si, perché tutti ricordiamo Galileo, ma lui ha abiurato, cioè ha rinunciato alle proprio tesi per evitare il supplizio...con buona pace della mia professoressa di fisica del liceo che lo ritiene un eroe, questo è un fatto. Galileo non è morto pur di affermare che la terra ruota attorno al sole. Quando gli hanno fatto vedere i ferri della tortura ha detto "stiamo scherzando ragazzi??col cavolo!". Allora, io sarei stata Galileo o Giordano?
E arrivata qui non mi sono ancora riuscita a dare una risposta.
Mi piacerebbe affermare spavalda di essere disposta a farmi arrostire per un'idea, ma la morte e soprattutto questo genere di morte, fa paura. E scommetto che anche Giordano ha avuto paura, là in mezzo a Campo dei Fiori con le fiamme che lambivano la pelle. E mi chiedo se in quel momento non gli sia passato per la testa il desiderio tornare indietro. Di poter fare come Galileo.
Non credo, perché quell'uomo era davvero forte nelle sue idee, ma non potrò mai saperlo per certo.
E non credete che il mio sia un ragionamento astratto, fatto così tanto per passare il tempo.
Oggi, qui, in questo mondo, ce ne ancora di gente (sempre poca, ma c'è) che muore per un'idea: non saranno filosofi o scienziati ma si muore ancora per quello in cui si crede. E anche dove non si muore l'eresia esiste ancora e non è più solo la chiesa che la condanna. E spesso, eretico è chi è disposto a rischiare un po' per seguire le proprie passioni, chi cerca di discostarsi un attimo dai canoni della società, del benpensare, della morale ipocrita dei piccoli paesi di provincia, senza per forza essere un ribelle, restando una brava persona, insomma.
Grazie la cielo, non si muore più sul rogo. E allora, rischiamo ragazzi!Spendiamo fino all'ultima goccia del nostro essere per affermare ciò che siamo, per vivere ogni singolo momento della nostra vita al meglio delle sue possibilità, diamo tutto ciò che siamo per quello che amiamo e amiamo la vita, che la cosa più bella del mondo.
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