Tutto è accaduto quest'oggi: me ne andavo tranquilla sulla mia bicicletta arancione (dovete sapere infatti che Ferrara è città di biciclette ma anche di ladri di biciclette. Dopo essermi vista rubare una ruota e il manubrio, ho dipinto la mia creatura di un bel arancione fosforescente, colore che non passa inosservato ma che l'ha resa così appariscente e anche bruttarella che nessuno si avvicina più) lungo Borgo dei Leoni non contromano, cosa che sottolineo perchè di solito non avviene, visto che la via in questione è la strada più breve tra la mia facoltà e casa, sia in un senso che nell'altro ovviamente, ma, ahimé, per sua natura è un senso unico.
Comunque, biciclettavo indifferente cercando di ignorare il vento artico che spazzava la città quando ad un tratto mi si para davanti un mostro orribile: una vigilessa armata di fischietto con paletta spianata. Impreco e contemporaneamente faccio rapidamente mente locale su cosa volesse da me la signora in questione. Non mi viene in mente nulla. Sicura della mia innocenza freno a pochi centimetri (non era voluto, i freni lasciano a desiderare) dalla vigilessa che mi fissa con sorriso sadico. Io sorrido, probabilmente con aria ebete visto che avevo metà della faccia paralizzata dal freddo. Lei inizia a parlare con una voce mista ad ultrasuoni, cosa che alle otto di mattina mi infadisce parecchio, e così ha inizio questa graziosa scenetta.
VIGILESSA:"Lei non stava rispettando le misure di sicurezza"
IO: (faccia allibita) mi guardo attorno per capire di che distanza stesse parlando.
VIGILESSA:"non se ne è accorta?"
IO: (faccia sempre più allibita) cerco in giro macchine, camion, furgoni che mi precedessero o mi seguissero, vecchiette armate di ombrello, draghi, spiriti maligni, pozzi magici...nulla!mi rivolgo alla vigilessa inarcando di mezzo millimetro il sopracciglio "non c'è nessuno in strada" oso dire.
V: hahahahahahahahahahahahah (risata che dice: quanto sei ingenua) la distanza di sicurezza dalle automobili parcheggiate.
IO: (occhi giganti, naso congelato che stava per staccarsi e bocca spalancata) "COSA?"
V: "la distanza di sicurezza dalle automobili parcheggiate è di 50cm!" mi ripete lei con aria soddisfatta.
nella mia mente a questo punto si accavallano i seguenti pensieri:
- sono le 8.13 della mattina, non hai nulla di meglio da fare?
-perchè deve esistere una misura di sicurezza dai veicoli fermi?dove sta il pericolo?
-dovrei quindi girare con una riga attaccata al manubrio della bici?
-perchè a me?
e a questo punto mi ritrovavo ad essere un po' alterata...
IO: mi scusi, ma la strada è larga un metro e mezzo, se io sto a 50cm dalle auto tutte le altre macchine dove passano??
V: (per la serie se gli sguardi potessero uccidere) stanno dietro di lei ovviamente!
IO:ovviamente...(faccia scettica)
come se le macchine stessero ad aspettare me!!!!!mi prendo tante di quelle strombazzate che ci arrivo sorda in facoltà!!!
V: mi prende in giro?
IO: non sia mai...
a questo punto è partita una predica fotonica sul fatto che i giovano non rispettano le regole, che i vigili sono presi in giro da tutti e così via...
Faccio notare che nel frattempo dietro le spalle della vigilessa stavano passando qualcosa come dieci bici in senso contrario, una zebra, un UFO e due acrobati del circo...
IO: posso andare?
V: dovrei farle multa...
IO: COSA? (che poi il termine corretto è contravvenzione ma ho ritenuto non opportuno farglielo notare)
V: eh si...
IO:sguardo omicida
V: però per questa volta lasciamo andare...si ricordi le distanze di sicurezza!
IO: certo!
come no?!?
credevo che le mie disavventure biciclettistiche fossero finite lì...NO!!!!!
Arrivo in facoltà, faccio quello che dovevo fare, riprendo la mia bici. Sono ormai le undici e mezza. Mi avvio verso casa.
Sto percorrendo Via Scienze e mi distraggo un attimo a guardare una signora che porta in giro del pelo (non era un cane...era solo pelo) quando improvvisamente "SBAM!!!!". Un tonfo. Un attimo di buio. Un dolore lancinate al fianco.
Altre imprecazioni. Appena il mio cervello smette di farmi notare che la disattenzione fa male, cerco di capire cosa sia successo. La scena che mi presenta fra le lacrime è questa: io in bilico su un piede solo, con una spalla appoggiata al muro, il manubrio di una bicicletta sconosciuta piantato nel mio fianco e una vecchietta dall'aria allucinata che mi fissa con occhi sbarrati.
VECCHIETTA: "non si è fatta male vero?"
IO: (no no...lo faccio per sport si figuri... ) la guardo con occhi sgranati, cercando di non piegarmi in due dal male e provo a parlare; il risulatato è un patetico uggiolio da animale soffocato...
faccio di no con la testa, sperando che lei capisca si.
V: ah, mano male!mi è venuta addosso e non volevo che si fosse fatta anche male!
IO: (desiderando ardentemente possedere uno spadone a due mani) la guardo allibita e, provo a convincere i miei polmoni respirare correttamente. Finalmente sussurro "non le sono venuta addosso io!Lei veniva contromano"
V: ma per la strada che stava facendo lei di solito non viene nessuno, quindi ormai il senso unico non vale più.
E qui io mi sono arresa.Mi sono raddrizzata come potevo e ho arrancato fino a casa.
Il risultato di questa giornata è un grazioso livido dalla forma affascinante sulle mie costole e un fastidio profondo nei confronti di sensi unici, auto parcheggiate e vecchiette.
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