Bentornati a voi e bentornata a me, in questo scoppiettante 2012 che, come tutti gli anni nuovi, si rivela essere esattamente uguale al suo predecessore, fatta salva la storia dei maya su cui evito accuratamente di dilungarmi...
Il titolo di questo post doveva essere un altro e, in effetti dovevo parlare di tutt?altra cosa...in tutta franchezza la mia idea era di mettermi a scrivere stamattina presto (le prime due righe risalgono alle 8) ma sono stata interrotta da un curioso incidente che merita una digressione...al prossimo post torno sui miei passi tranquilli...
Stamattina, dopo essermi svegliata e ripresa dalla nottata non esattamente delle migliori, mi sono appollaiata sullo sgabello della cucina con il computer acceso e una bella tazza di tè bollente sul tavolo, pronta a scrivere quando...DRIIIIIN!
Suonano alla porta...strano!
Chiedendomi chi potrebbe mai essere a quell'ora e come mai suoni alla porta e non al portone, vado ad aprire senza curarmi minimante del mio aspetto, convinta che mi sarei trovata davanti un'amica autoinvitatasi per una colazione in compagnia, entrata dal portone lasciato aperto...guardo dallo spioncino e, per quello che riesco a capire (secondo me è perfettamente inutile) non ho a che fare con nessuno che conosco...socchiudo la porta.
"Si?"
Una voce eccessivamente squillante mi stordisce urlandomi in faccia "Siamo venuti per vedere la casa!!!".
Curioso. Organizzano tour guidati di casa mia a quanto pare...e a mia insaputa...
"Mi spiace, ma ci deve essere un errore..." sussurro "Ma come?Lei non vende?". Splendido. Mi sono trasferita qui neanche 6 mesi fa e adesso vendo...
"No...affatto....mi spiace, arrivederci!" e faccio per chiudere la porta. "Su internet c'è scritto che lei vende".
Santa Esausta da Bari.
Apro un po' di più la porta e mi trovo davanti una coppia di mezza età dall'aspetto quanto meno bizzarro. Una donna bassa e rotondetta con una gigantesca chioma giallo paglia acconciata in una struttura che sfida tutte le leggi del cosmo conosciuto mi sorride speranzosa da dietro una sciarpa viola acceso che si accorda perfettamente con il cappotto verde acqua. Tiene la mano ad un uomo sottile e altissimo, con un naso aquilino che mi ricorda tanto un frate del Nome della Rosa. Quello pazzo.
L'inquietante signore mi fissa da dietro un paio di occhiali rotondi che stonano tremendamente con il resto della faccia e sto ancora fissando sua moglie quando mi rivolge la parola con una voce che sempra venire dal fondo di un pozzo. Sobbalzo. E mi ritrovo in una delle poche occasioni in cui per parlare con una persona devo guardare in su. "Non volevamo disturbarla ma abbiamo trovato un annuncio su internet...il portone era aperto...il proprietario della casa ci raggiunge tra pochi minuti." Mi fa uno strano effetto vederlo imbarazzato. "Il proprietario di questa casa sono io." Rispondo, mio malgrado stizzita. "Cerchi su questo sito" mi fa la moglie passandomi un bigliettino, ancora speranzosa, come se internet dettasse legge. Si fanno indietro e iniziano a passeggiare nell'atrio. Chiudo la porta e mi fiondo al pc per cercare l'origine del caos. Digito rapida l'indirizzo e...orrore!Mi trovo effettivamente davanti un annuncio di vendita...di casa mia!O per lo meno, dell'esterno di casa mia!Le foto dell'interno sono di un altro appartamento ma c'è la mia porta, il mio campanello, la finestra della mia cucina e...il mio zerbino a giraffa!!E' incontestabilmente casa mia!
Non faccio in tempo ad stupirmi che il campanello suona di nuovo. Torno ad aprire. Sorpresa!Il proprietario dell'appartamento due piani sopra il mio mi sta fissando con lo sguardo del cucciolo abbandonato...avendo capito il suo bel giochetto lo fulmino con un'occhiataccia che avrebbe steso un rinoceronte...ma lui è napoletano...decisamente più tosto del bestione africano...
"Signorì...mi sono permesso di..." lo interrompo "mettere in vendita il mio ingresso?". Sbianca. "no no...è che la mia porta...sa è un pochetto rovinata (cade a pezzi ndr) e se facevo vedere una porta così chi lo voleva?" tralasciando il fatto che nessuno ti obbliga a mettere in mostra la porta d'ingresso...questa è pure frode...
"I signori sono entrati da soli o glielo avrei spiegato..." Mi ha fatto un po' pena in quel momento...non credo ci fosse malafede dietro...solo una non esattamente astuta campagna di marketing...sospiro e guardo la coppia "C'è stato un errore...l'appartamento in vendita è al terzo piano...è molto bello!Dateci un'occhiata".
Il prode venditore mi fa un sorriso enorme e se ne va seguito dalla coppia.
Tutto è bene quel che finisce bene, quindi: la casa è piaciuta (quindi può darsi che mi ritroverò la strana coppia come vicini...), un'ora fa mi è arrivato un vassioio di sfogliatelle ancora calde e ho salvato i rapporti di vicinato...la signora ha tentato un'ultima volta prima di andare: andando via suonano alla porta per salutare. Lei sbircia dentro e mi poi fissandomi negli occhi mi fa "lei proprio non è interessanta a vendere, vero?".
lunedì 16 gennaio 2012
lunedì 5 dicembre 2011
In tempi di crisi...
Lo so...ne parlano tutti...vi sento già: che scatole, anche tu?? Ogni giorno telegiornali, giornali, insegnanti e via discorrendo non fanno altro che ricordarci che siamo in tempi di crisi...e non ne vedo il motivo: credete che non ce ne siamo accorti? Che poi secondo me a forza di ricordare a tutti che c'è sta crisi si mette ancora più paura e le cose invece che migliorare peggiorano...
Ma non sono qui a ragionar di economia, politica o quant'altro ma per raccontare una storia, diciamo di vita vissuta.
Una mia amica compie gli anni in questi giorni (trovo da sempre che sia una sfortuna immensa nascere in prossimità delle feste...). Per fortuna avevo già in mente almeno quindici giorni fa cosa regalarle: un bel ciondolo d'argento con la data e la sua citazione latina preferita. Vado quindi una decina di giorni fa da quello che sembra essere l'unico incosore di Ferrara...illusa io che pensavo lo facessero in tutte le gioiellerie...
Il tizio in questione, non faccio nomi anche se dovrei, fa mille storie prima di dirmi che proverà ad incidere il ciondolo e solo quando lo informo che proverò in un altro negozio (quale???) mi urla, a 10 centimetri dalla faccia, che non ce nessunissimo problema e che il ciondolo sarà pronto e bellissimo fra una settimana. Piccola parentesi: se ti costa così tanto lavorare, fanne a meno....
Passano i sette giorni della creazione e ritorno dal mio fido incisore. Mi mostra il ciondolo, molto bello, niente da dire.
"Quant'è?" gli domando. " Beh, sono 30 euro con lo scontrino e 20 senza." . Uhm. " Ma si, sa, le tasse, l'IVA e poi....tanto dello scontrino che se fa?". Uhm.
Che significa che me ne faccio dello scontrino? Certo non lo uso come carta da parati, né come tovagliolo e di certo non li colleziono...ma non è a me che serve, signor venditore, ma a te!
E poi, alla faccia dell'IVA!Risaniamo il debito pubblico in un paio di giorni!
Ecco, qui entra in gioco la crisi. Ma si, sul momento mi sono detta: per una ventina di euro? Questo qui è uno che campa come può, a far l'incisore...poi mi è venuta in mente tutta la valanga di sacrifici che ci pioveranno sulle spalle nei prossimi giorni....Venti euro qui, dieci là, cinquanta da un'altra parte...certo non sarò io a salvare l'Italia ma se questo è un vizio che il signor incisore si può togliere, considerando che io le tasse le pago, perché no?
E qui è nata una delle mie più brillanti interpretazioni.
"Ho capito bene? Lei non emette scontrino fiscale...lo ha detto alla persona sbagliata: sono della Finanza".
Per un momento ho creduto di averlo ucciso e un po' mi sono sentita in colpa...ero andata giù pesante...E' divenatato di gesso, ha stralunato gli occhi e mi ha fissata con la bocca mezza aperta, la mano a mezz'aria e la palpebra dell'occhio destro che tremava leggermente. Adesso gli parte un embolo.
Poi si è ripreso " Ma no...certo che le faccio lo scontrino...è che a molti dà fastidio e lo buttano appena fuori..." mi sorride. Alzo gli occhi al cielo. "Stia attento a proporre cose del genere...sono venti euro anche con lo scontrino quindi?". "Certamente!Io ci tengo al mio paese e le tasse le pago".
A buon rendere.
Ma non sono qui a ragionar di economia, politica o quant'altro ma per raccontare una storia, diciamo di vita vissuta.
Una mia amica compie gli anni in questi giorni (trovo da sempre che sia una sfortuna immensa nascere in prossimità delle feste...). Per fortuna avevo già in mente almeno quindici giorni fa cosa regalarle: un bel ciondolo d'argento con la data e la sua citazione latina preferita. Vado quindi una decina di giorni fa da quello che sembra essere l'unico incosore di Ferrara...illusa io che pensavo lo facessero in tutte le gioiellerie...
Il tizio in questione, non faccio nomi anche se dovrei, fa mille storie prima di dirmi che proverà ad incidere il ciondolo e solo quando lo informo che proverò in un altro negozio (quale???) mi urla, a 10 centimetri dalla faccia, che non ce nessunissimo problema e che il ciondolo sarà pronto e bellissimo fra una settimana. Piccola parentesi: se ti costa così tanto lavorare, fanne a meno....
Passano i sette giorni della creazione e ritorno dal mio fido incisore. Mi mostra il ciondolo, molto bello, niente da dire.
"Quant'è?" gli domando. " Beh, sono 30 euro con lo scontrino e 20 senza." . Uhm. " Ma si, sa, le tasse, l'IVA e poi....tanto dello scontrino che se fa?". Uhm.
Che significa che me ne faccio dello scontrino? Certo non lo uso come carta da parati, né come tovagliolo e di certo non li colleziono...ma non è a me che serve, signor venditore, ma a te!
E poi, alla faccia dell'IVA!Risaniamo il debito pubblico in un paio di giorni!
Ecco, qui entra in gioco la crisi. Ma si, sul momento mi sono detta: per una ventina di euro? Questo qui è uno che campa come può, a far l'incisore...poi mi è venuta in mente tutta la valanga di sacrifici che ci pioveranno sulle spalle nei prossimi giorni....Venti euro qui, dieci là, cinquanta da un'altra parte...certo non sarò io a salvare l'Italia ma se questo è un vizio che il signor incisore si può togliere, considerando che io le tasse le pago, perché no?
E qui è nata una delle mie più brillanti interpretazioni.
"Ho capito bene? Lei non emette scontrino fiscale...lo ha detto alla persona sbagliata: sono della Finanza".
Per un momento ho creduto di averlo ucciso e un po' mi sono sentita in colpa...ero andata giù pesante...E' divenatato di gesso, ha stralunato gli occhi e mi ha fissata con la bocca mezza aperta, la mano a mezz'aria e la palpebra dell'occhio destro che tremava leggermente. Adesso gli parte un embolo.
Poi si è ripreso " Ma no...certo che le faccio lo scontrino...è che a molti dà fastidio e lo buttano appena fuori..." mi sorride. Alzo gli occhi al cielo. "Stia attento a proporre cose del genere...sono venti euro anche con lo scontrino quindi?". "Certamente!Io ci tengo al mio paese e le tasse le pago".
A buon rendere.
sabato 3 dicembre 2011
Ottime idee...
Dio mio, a che velocità folle è scappato novembre??
Si, evviva, il ponte di ognissanti...bam!signori e signori, benvenuti in Dicembre, vi ricordiamo che tra poco sarà Natale...ma dove se ne sono spariti quei maledetti 30 giorni??
Bando alle ciance (non l'ho mai detto...ma era un'espressione che mi ero ripromessa di usare prima o poi...)!
Parlavamo di ottime idee: ecco, ogni tanto ci pare di avere delle idee favolose, di quelle che dici "Cavolo, con questa soluzione risolvo in un attimo tutti i problemi!"...si, beh, qualche volta funziona ma se tutto vi appare troppo facile...diffidate!In genere sono tranelli della nostra mente...
Ora, tre giorni fa io ho avuto una di queste illuminazioni con sorpresa. Piccolo prologo.
La mattina di quattro giorni fa mi sveglio e noto che in camera mia regna una temperatura polare...praticamente avevo i pinguini che pascolavano ai piedi del letto...maledicento il termostato e trascinandomi dietro tutte le coperte striscio fino in salotto dove mi accorco che, in effetti, la macchinetta in questione non ha nulla a che fare con la glaciazione in corso: nel resto della casa la temperatura è umana!Torno in camera da letto, accendo la luce e mi accorgo con orrore del disastro: termosifone ghiacciato e pozzanghera ai piedi della valvola. Impreco. Capitemi, ho il parquet per terra.
Telefono alla mano,chiamo l'idraulico.Colpo di fortuna incredibile: è libero nel primo pomeriggio.
Tutta felice per la lieta novella, asciugo alla meglio il lago, metto una pentola sotto la valvola, mi vesto e vado a lezione. Mentre sbicicletto, mi viene in mente che il lampadario del salotto ha un filo che fa contatto e ogni tanto la luce traballa. All'inizio non che ci facevo molto caso, ma popoi oltre all'effetto casa dei fantasmi si è aggiunto un leggero odore di bruciato nell'aria....prima di finire arrosto meglio chiamare l'elettricista.
Qui è nato il dramma. Visto che avere dei tecnici per casa non è mai esattamente uno spasso, perchè non far venire l'elettricista oggi pomeriggio? Due piccioni con una fava! Illusa...
Chiamo anche l'elettricista che per un secondo allineamento astrale può venire proprio nel pomeriggio. Qui avrei dovuto iniziare a sentire puzza di bruciato ma ero tutta allegra e fiera della mia idea che ho messo a taciere il mio istinto.
Il destino si è sbellicato a popolare la mia giornata di imprevisti! Ve ne faccio una breve lista.
1- Mi ero accordata con il Sig. Idraulico per le 14.30. Alle 14 sono appena uscita dalla doccia, ho addosso l'accappatoio arancione con le giraffe e i capelli bagnati e...suona il campanello. Inorridita vado a sentire chi è...ovviamente l'idraulico. Gli chiedo di aspettare un attimo e mi infilo una tuta. Apro la porta, lui mi guarda malissimo e fa "la disturbo?"..."uhm, avevamo detto alle due e mezza ma prego entri pure".
2- l'idraulico, che da qui in poi chiameremo Mario, si mette a lavorare. Entra in camera da letto e la prima cosa che fa è stamparmi due impronte sul tappeto...trattengo un impropero.
3- Mentre gli spiego suona di nuovo il campanello. Apro: elettricista (che chiameremo Luigi). Ricordo che io continuo ad essere nello stato pietoso di prima. Lui saluta ed entra. Quando Mario e Luigi si vedono...sguardo assassino...Oddio...io non sapevo non corresse buon sangue tra questi professionisti...non si salutano.
4- Mostro il lampadario bruciacchiato a Luigi. "sto asciugandomi i capelli, se stacca la corrente me lo dice per favore?" "Certo, non si preoccupi". Tre minuti dopo il phon muore assieme alla luce del bagno. "Ecco, intendevo questo quando ho detto staccare la corrente..." "ah, ma ogni volta?"...No...solo quelle pari...
5-Torno al mio phon...ad un tratto un urlo disumano dalla camera da letto. Santa Esausta da Bari...Mario si è ustionato col termosifone...una vescica gigante (come hai fatto????)...schifo...Luigi ridacchia e io mi improvviso infermiera...si apre il dibattito dal titolo "si devono scoppiare le vesciche delle ustioni?".metti su il latte, una fetta di patata urla Luigi dal salotto...per la cronaca: non si scoppiano, si mette il tutto sotto l'acqua finché non smette di bruciare.
6-Mentre io faccio la crocerossina i due si mettono a bisticciare tra loro...i toni si alzano e vengono fuori oscure storie passate...ma Luigi è andato a letto con la moglie di Mario??? Urlano...un cacciavite gigante viene abbandonato sul mio parquet...il lampadario del salotto pende traverso sulla parete di cartongesso...un'asse del parquet inizia ad imbarcarsi...siamo in penombra e c'è ancora puzza di bruciato...non so se viene dalla mano di Mario o dal lampadario...mi sto per mettere a piangere...
Ok, manteniamo la calma. Li separo come la maestra all'asilo "finite i vostri lavori e fuori di qui".
Alla fine il lampadario va...il termosifone anche...il parquet si è appena ammaccato e per coprire le assi bagnate ho preso un tappeto più lungo...ma in fondo non si vede molto...
Non so se Mario e sua moglie siano arrivati al divorzio...nè se cia stato un caso di tentato omicidio...ma ora diffido profondamente dalle mie brillanti idee...
Si, evviva, il ponte di ognissanti...bam!signori e signori, benvenuti in Dicembre, vi ricordiamo che tra poco sarà Natale...ma dove se ne sono spariti quei maledetti 30 giorni??
Bando alle ciance (non l'ho mai detto...ma era un'espressione che mi ero ripromessa di usare prima o poi...)!
Parlavamo di ottime idee: ecco, ogni tanto ci pare di avere delle idee favolose, di quelle che dici "Cavolo, con questa soluzione risolvo in un attimo tutti i problemi!"...si, beh, qualche volta funziona ma se tutto vi appare troppo facile...diffidate!In genere sono tranelli della nostra mente...
Ora, tre giorni fa io ho avuto una di queste illuminazioni con sorpresa. Piccolo prologo.
La mattina di quattro giorni fa mi sveglio e noto che in camera mia regna una temperatura polare...praticamente avevo i pinguini che pascolavano ai piedi del letto...maledicento il termostato e trascinandomi dietro tutte le coperte striscio fino in salotto dove mi accorco che, in effetti, la macchinetta in questione non ha nulla a che fare con la glaciazione in corso: nel resto della casa la temperatura è umana!Torno in camera da letto, accendo la luce e mi accorgo con orrore del disastro: termosifone ghiacciato e pozzanghera ai piedi della valvola. Impreco. Capitemi, ho il parquet per terra.
Telefono alla mano,chiamo l'idraulico.Colpo di fortuna incredibile: è libero nel primo pomeriggio.
Tutta felice per la lieta novella, asciugo alla meglio il lago, metto una pentola sotto la valvola, mi vesto e vado a lezione. Mentre sbicicletto, mi viene in mente che il lampadario del salotto ha un filo che fa contatto e ogni tanto la luce traballa. All'inizio non che ci facevo molto caso, ma popoi oltre all'effetto casa dei fantasmi si è aggiunto un leggero odore di bruciato nell'aria....prima di finire arrosto meglio chiamare l'elettricista.
Qui è nato il dramma. Visto che avere dei tecnici per casa non è mai esattamente uno spasso, perchè non far venire l'elettricista oggi pomeriggio? Due piccioni con una fava! Illusa...
Chiamo anche l'elettricista che per un secondo allineamento astrale può venire proprio nel pomeriggio. Qui avrei dovuto iniziare a sentire puzza di bruciato ma ero tutta allegra e fiera della mia idea che ho messo a taciere il mio istinto.
Il destino si è sbellicato a popolare la mia giornata di imprevisti! Ve ne faccio una breve lista.
1- Mi ero accordata con il Sig. Idraulico per le 14.30. Alle 14 sono appena uscita dalla doccia, ho addosso l'accappatoio arancione con le giraffe e i capelli bagnati e...suona il campanello. Inorridita vado a sentire chi è...ovviamente l'idraulico. Gli chiedo di aspettare un attimo e mi infilo una tuta. Apro la porta, lui mi guarda malissimo e fa "la disturbo?"..."uhm, avevamo detto alle due e mezza ma prego entri pure".
2- l'idraulico, che da qui in poi chiameremo Mario, si mette a lavorare. Entra in camera da letto e la prima cosa che fa è stamparmi due impronte sul tappeto...trattengo un impropero.
3- Mentre gli spiego suona di nuovo il campanello. Apro: elettricista (che chiameremo Luigi). Ricordo che io continuo ad essere nello stato pietoso di prima. Lui saluta ed entra. Quando Mario e Luigi si vedono...sguardo assassino...Oddio...io non sapevo non corresse buon sangue tra questi professionisti...non si salutano.
4- Mostro il lampadario bruciacchiato a Luigi. "sto asciugandomi i capelli, se stacca la corrente me lo dice per favore?" "Certo, non si preoccupi". Tre minuti dopo il phon muore assieme alla luce del bagno. "Ecco, intendevo questo quando ho detto staccare la corrente..." "ah, ma ogni volta?"...No...solo quelle pari...
5-Torno al mio phon...ad un tratto un urlo disumano dalla camera da letto. Santa Esausta da Bari...Mario si è ustionato col termosifone...una vescica gigante (come hai fatto????)...schifo...Luigi ridacchia e io mi improvviso infermiera...si apre il dibattito dal titolo "si devono scoppiare le vesciche delle ustioni?".metti su il latte, una fetta di patata urla Luigi dal salotto...per la cronaca: non si scoppiano, si mette il tutto sotto l'acqua finché non smette di bruciare.
6-Mentre io faccio la crocerossina i due si mettono a bisticciare tra loro...i toni si alzano e vengono fuori oscure storie passate...ma Luigi è andato a letto con la moglie di Mario??? Urlano...un cacciavite gigante viene abbandonato sul mio parquet...il lampadario del salotto pende traverso sulla parete di cartongesso...un'asse del parquet inizia ad imbarcarsi...siamo in penombra e c'è ancora puzza di bruciato...non so se viene dalla mano di Mario o dal lampadario...mi sto per mettere a piangere...
Ok, manteniamo la calma. Li separo come la maestra all'asilo "finite i vostri lavori e fuori di qui".
Alla fine il lampadario va...il termosifone anche...il parquet si è appena ammaccato e per coprire le assi bagnate ho preso un tappeto più lungo...ma in fondo non si vede molto...
Non so se Mario e sua moglie siano arrivati al divorzio...nè se cia stato un caso di tentato omicidio...ma ora diffido profondamente dalle mie brillanti idee...
martedì 1 novembre 2011
requiescat in pace...
Titolo leggermente macabro, lo ammetto. E triste, nel senso di tendenzialmente poco opportuno, è anche la sera in cui mi decido a scrivere questo post, visto che siamo alla vigilia del 2 novembre: vi giuro che ce l'ho in mente da un po' di tempo ma col passare dei giorni ,continuava a venirmi in mente qualche nuovo elemento e non mi decidevo a buttare giù qualcosa di definitivo...
Allora sono assolutamente e, credo, giustificatamente convinta che nella nostra società, così apparentemente smaliziata, esistano ancora due grandi tabù: la morte e il sesso.
Magari un'altra sera parleremo di sesso...stasera vorrei ragionare sull'aspetto un po' più triste della faccenda. Parliamo del triste mietitore? Della signora con la falce?
Parto da questo presupposto: a me la morte terrorizza. Lo dico con molta tranquillità, ho una fifa gigantesca. Non della mia morte, sia chiaro. Io, per quella che definisco una mia incredibile fortuna, non credo nell'inferno e nemmeno nel paradiso a dirla tutta. L'idea che ci sia un Dio che passa il tempo a giudicare noi comuni mortali e decidere dove ficcarci dopo che smettiamo di respirare e, oltre a questo, che ci siano dei posti pieni delle anime dei milioni di persone che sono venute prima di noi e che o bruciano o passano il loro tempo, diciamolo pure, a fare nulla, non mi ha mai convinta molto. Piuttosto mi piace pensare che qualcosa delle persone che abbiamo amato ci resti attorno, impressa nello splendore delle cose belle che ci circondano, e alimentata dalla memoria dei viventi. Lo so, sono mezza eretica ma non vi preoccupate, non mordo. Di me posso dire che cerco di vivere la mia vita al meglio delle mie possibilità e spero che quando non ci sarò più qualcuno si ricordi di me...
No, la cosa che mi spaventa davvero è quella di perdere le persone che amo. Posso dire tranquillamente che è una delle mie peggiori fobie. E ammetto che questo è il retro della medaglia dell'assenza di un paradiso. Perché nonostante tutto io ho un profondo bisogno di un contatto fisico con le persone a cui voglio bene e faccio molta fatica ad arrendermi da questo punto di vista.
E questo determina anche il mio ambiguo rapporto con i cimiteri: da una parte capisco la gente che va al cimitero perché di certo si cerca un qualsiasi contatto con una persona che si ha amata e che fisicamente non c'è più, cerchi un pezzo di cuore che ti è stato strappato...però andiamo:quelle sono ossa. Non sono più le persone che abbiamo amato. Questo va ad alimentare la posizione difficile che vi ho appena descritto.
Io ho l'immensa fortuna di non essermi mai dovuta confrontare con la morte di persone a cui sono davvero e profondamente legata e le preghiere che rivolgo a chi fino ad ora ha dimostrato di ascoltarle sono principalmente rivolte a chiedere che le cose continuino così.
Sono convinta che ogni paura per essere superata va affrontata. Ora io non auguro a nessuno di essere costretto ad sffrontare la paura della morte. A me è successo. Essendo da due anni volontaria di croce rossa, purtroppo ho incontrato la morte. Orribile. Tremendo. Ma adesso so perché ho tanta paura. Perché sono per paura una persona con un profondo bisogno di controllare tutto. E la morte non si controlla. L'illusione che ci dà rianimare una persona è un bel trucco che un bravissimo prestigiatore crea sotto i nostri occhi. Quando la morte vuole vincere, lo fa. Sempre? Quasi. Mai arrendersi senza combattere. Questa consapevolezza dovrebbe aver aumentato il mio terrore, in realtà no: ha solamente reso lo scontro aperto. Non combatto più contro un nemico mascherato.
Allora sono assolutamente e, credo, giustificatamente convinta che nella nostra società, così apparentemente smaliziata, esistano ancora due grandi tabù: la morte e il sesso.
Magari un'altra sera parleremo di sesso...stasera vorrei ragionare sull'aspetto un po' più triste della faccenda. Parliamo del triste mietitore? Della signora con la falce?
Parto da questo presupposto: a me la morte terrorizza. Lo dico con molta tranquillità, ho una fifa gigantesca. Non della mia morte, sia chiaro. Io, per quella che definisco una mia incredibile fortuna, non credo nell'inferno e nemmeno nel paradiso a dirla tutta. L'idea che ci sia un Dio che passa il tempo a giudicare noi comuni mortali e decidere dove ficcarci dopo che smettiamo di respirare e, oltre a questo, che ci siano dei posti pieni delle anime dei milioni di persone che sono venute prima di noi e che o bruciano o passano il loro tempo, diciamolo pure, a fare nulla, non mi ha mai convinta molto. Piuttosto mi piace pensare che qualcosa delle persone che abbiamo amato ci resti attorno, impressa nello splendore delle cose belle che ci circondano, e alimentata dalla memoria dei viventi. Lo so, sono mezza eretica ma non vi preoccupate, non mordo. Di me posso dire che cerco di vivere la mia vita al meglio delle mie possibilità e spero che quando non ci sarò più qualcuno si ricordi di me...
No, la cosa che mi spaventa davvero è quella di perdere le persone che amo. Posso dire tranquillamente che è una delle mie peggiori fobie. E ammetto che questo è il retro della medaglia dell'assenza di un paradiso. Perché nonostante tutto io ho un profondo bisogno di un contatto fisico con le persone a cui voglio bene e faccio molta fatica ad arrendermi da questo punto di vista.
E questo determina anche il mio ambiguo rapporto con i cimiteri: da una parte capisco la gente che va al cimitero perché di certo si cerca un qualsiasi contatto con una persona che si ha amata e che fisicamente non c'è più, cerchi un pezzo di cuore che ti è stato strappato...però andiamo:quelle sono ossa. Non sono più le persone che abbiamo amato. Questo va ad alimentare la posizione difficile che vi ho appena descritto.
Io ho l'immensa fortuna di non essermi mai dovuta confrontare con la morte di persone a cui sono davvero e profondamente legata e le preghiere che rivolgo a chi fino ad ora ha dimostrato di ascoltarle sono principalmente rivolte a chiedere che le cose continuino così.
Sono convinta che ogni paura per essere superata va affrontata. Ora io non auguro a nessuno di essere costretto ad sffrontare la paura della morte. A me è successo. Essendo da due anni volontaria di croce rossa, purtroppo ho incontrato la morte. Orribile. Tremendo. Ma adesso so perché ho tanta paura. Perché sono per paura una persona con un profondo bisogno di controllare tutto. E la morte non si controlla. L'illusione che ci dà rianimare una persona è un bel trucco che un bravissimo prestigiatore crea sotto i nostri occhi. Quando la morte vuole vincere, lo fa. Sempre? Quasi. Mai arrendersi senza combattere. Questa consapevolezza dovrebbe aver aumentato il mio terrore, in realtà no: ha solamente reso lo scontro aperto. Non combatto più contro un nemico mascherato.
venerdì 14 ottobre 2011
niente da dichiarare...
No comment. Si dice così, no? Quando intervistano gli avvocati fuori dai tribunali o i divi sulle loro vicende private di solito la reazione è una mano davanti alla faccia e un secco "no comment!".
Nessun commento.
Ci sono tante cose che ho smesso da tempo di commentare ma che ogni tanto, per puro masochismo, mi ripasso, di solito quando sono nervosa per qualcosa o devo smaltire dell'ansia (come in questi giorni)...tanto per ricordarmi che in fondo c'è di peggio di quello che sto passando io.
Tra le cose che non commento ce ne sono di serie e di meno serie. Parto dalle cose un po' più serie perchè mi hanno insegnato che è il finale di un testo che in genere resta in mente a chi lo legge e quindi vorrei che vi ricordaste di cose un po' più allegre. Sto facendo un corso all'università che sarebbe di diritto romano ma che diritto romano in fondo non è (e grazie al cielo): tratta del suicidio e dei rapporti delle autorità con esso. Io trovo che sia un corso meraviglioso e non perchè ho istinti suicidi ma piuttosto perchè mi fa capire che le persone che comandano in genere sono delle lucertole o al massimo un branco di cercopitechi. Lo sapevate che lo stato italiano ha depenalizzato il suicidio in toto solo nel 1930 eche il nostro codice penale contiene ancora una norma, rubricata come omicidio del consenziente, che è a tutt'oggi la trincea contro l'eutanasia e il testamento biologico? Lo sapevate che la chiesa cattolina nel suo ultimo corpus iuris risalente al 1984 condanna ancora i suicidi e gli eretici (usa proprio questa parola!) al divieto di sepoltura cristiana? E lo sapevate, e questo è il punto, che la stessa chiesa ha vietato il funerale cristiano di Piergiorgio Welby perchè considerato un suicida, nonostante il desiderio della moglie cattolica, in quanto quest'atto avrebbe potuto turbare la comunità cristiana? Io personalmente sono turbata molto più da una decisione del genere in pieno XXI secolo e pure eretica, a questo punto...quindi funerale nemmeno per me.
No comment.
Lo sapete che la mia università, o meglio la mia facoltà, quest'anno, crisi o non crisi, aveva un avanzo di bilancio? Si è quindi premurata di inviare una mail ai suoi studenti e domandare loro, molto democraticamente, cosa fare con quei soldi. Molti studenti hanno dato la risposta più ovvia: migliorie alla sede universitaria. Se ci pensate non c'è molto altro che possiamo fare. Ora il motto della mia università (scritto sempre alla fine delle email, cosa che a me fa venire spesso da ridere) è "da 600 anni guardiamo avanti". Questa volta hanno guardato talmente avanti che devono aver centrato in pieno un muro. Migliorie alla sede universitaria: trattasi di numero 6 maxischermi appesi più o meno ogni 30 metri con su scritti gli orari delle lezioni. Ma non c'era proprio nient'altro?tipo delle sedie?computer?lavagne?Perchè io devo essere costantemente aggiornata dell'andamento delle lezioni?Cambiano ogni 4 munuti?
No comment.
Ora passo a cose più banali ma che proprio faccio una gran fatica a sopportare e sulle quali in genere mi costringo a soprassedere.
Ad esempio le pubblicità schifose all'ora dei pasti. Secondo me lo fanno apposta: nella fascia dalle 12.30 alle 14.00 in genere transitano su tutti i canali spot su problemi intimi, perdite, pannolini, enterogermina, nausea, sporco, salvaslip e altre cose non esattamente adatte all'ora di pranzo. Tu sei li che stai per infilarti in bocca una forchettata di spaghetti alla carbonara e dalla tv accesa in salotto arriva il sinistro suono: "scusate il ritardo ma avevo un fastidioso prurito intimo" oppure "vado a cambiarmi lo slip" o anche "soffre anche lei di piccole perdite?"....ma come si fa??e poi che razza di messaggi sono?Chi è che arrivando in ritardo al cinema si scusa tirando fuori una scatola di tantum rosa?e quale signora totalmente sconosciuta ti impurtuna in ascensore chiedendoti di problemi prettamente femminili?Ma andiamo, almeno un poco di realismo concedecelo!
No comment.
Altra cosa: la gente per strada che ti ferma per chiederti dei soldi. Con tutto il rispetto del mondo per le brave persone che ci sono su questo pianeta, posso tranquillamente affermare che sono disposta a mettere la mano sul fuoco e anche di più dicendo che un buon 95% di quelli che ti fermano per strada non hanno propositi onesti. Ci sono quelli che ti ficcano in mano una cartolina dicendo che comprandola salverai un bambino dell'Africa. Quelli che in Africa costruiscono ospedali a forza di monetine. L'Africa viene tirata in ballo spesso...e poi ci sono i ragazzi che ti dicono che hanno smesso di drogarsi...quando?stamattina? Se ce una cosa che so, perchè ne faccio parte, è che le associazioni serie non mandano ragazzi in giro per le piazze a distribuire cartoline con su gattini e cagnolini in cambio di qualche euro...Il fatto poi che, quando non li consideri, questi tizi cerchino anche di farti sentire come uno che ha la stessa sensibilità di un gerarca nazista mi dà proprio sui nervi. E se sei fortunato qualche volta ti becchi anche qualche bell'insulto urlato dietro.
No comment.
E poi? Poi le signore delle pulizie dei supermercati che ti urlano che per terra c'è bagnato dopo che tu ti sei lanciato con un doppio tuffo carpiato nello scaffale dei detersivi. Le commesse dei negozi che quando entri non ti calcolano nemmeno di striscio nonostante tu stia urlando buongiorno con un megafono. I tizi che non raccolgono la cacca dei loro cani da in mezzo al marciapiede. Le vecchiette che ti sorpassano mentre fai la fila alla cassa del supermercato, quando tu devi pagare un limone e loro la spesa per un reggimento, con la scusa che sono anziane. Gli assistenti universitari che si credono dio in terra quando fino a ieri erano nelle tue stesse condizioni. I preti del mio pese che voglio censurare uno spettacolo teatrale nemmeno fossimo ancora ai tempi dell'Indice, negando deliberatamente fatti storici realmente accaduti e documentati (d'altra parte fino a dieci anni fa sostenevano la teoria geocentrica...).
NO COMMENT.
Nessun commento.
Ci sono tante cose che ho smesso da tempo di commentare ma che ogni tanto, per puro masochismo, mi ripasso, di solito quando sono nervosa per qualcosa o devo smaltire dell'ansia (come in questi giorni)...tanto per ricordarmi che in fondo c'è di peggio di quello che sto passando io.
Tra le cose che non commento ce ne sono di serie e di meno serie. Parto dalle cose un po' più serie perchè mi hanno insegnato che è il finale di un testo che in genere resta in mente a chi lo legge e quindi vorrei che vi ricordaste di cose un po' più allegre. Sto facendo un corso all'università che sarebbe di diritto romano ma che diritto romano in fondo non è (e grazie al cielo): tratta del suicidio e dei rapporti delle autorità con esso. Io trovo che sia un corso meraviglioso e non perchè ho istinti suicidi ma piuttosto perchè mi fa capire che le persone che comandano in genere sono delle lucertole o al massimo un branco di cercopitechi. Lo sapevate che lo stato italiano ha depenalizzato il suicidio in toto solo nel 1930 eche il nostro codice penale contiene ancora una norma, rubricata come omicidio del consenziente, che è a tutt'oggi la trincea contro l'eutanasia e il testamento biologico? Lo sapevate che la chiesa cattolina nel suo ultimo corpus iuris risalente al 1984 condanna ancora i suicidi e gli eretici (usa proprio questa parola!) al divieto di sepoltura cristiana? E lo sapevate, e questo è il punto, che la stessa chiesa ha vietato il funerale cristiano di Piergiorgio Welby perchè considerato un suicida, nonostante il desiderio della moglie cattolica, in quanto quest'atto avrebbe potuto turbare la comunità cristiana? Io personalmente sono turbata molto più da una decisione del genere in pieno XXI secolo e pure eretica, a questo punto...quindi funerale nemmeno per me.
No comment.
Lo sapete che la mia università, o meglio la mia facoltà, quest'anno, crisi o non crisi, aveva un avanzo di bilancio? Si è quindi premurata di inviare una mail ai suoi studenti e domandare loro, molto democraticamente, cosa fare con quei soldi. Molti studenti hanno dato la risposta più ovvia: migliorie alla sede universitaria. Se ci pensate non c'è molto altro che possiamo fare. Ora il motto della mia università (scritto sempre alla fine delle email, cosa che a me fa venire spesso da ridere) è "da 600 anni guardiamo avanti". Questa volta hanno guardato talmente avanti che devono aver centrato in pieno un muro. Migliorie alla sede universitaria: trattasi di numero 6 maxischermi appesi più o meno ogni 30 metri con su scritti gli orari delle lezioni. Ma non c'era proprio nient'altro?tipo delle sedie?computer?lavagne?Perchè io devo essere costantemente aggiornata dell'andamento delle lezioni?Cambiano ogni 4 munuti?
No comment.
Ora passo a cose più banali ma che proprio faccio una gran fatica a sopportare e sulle quali in genere mi costringo a soprassedere.
Ad esempio le pubblicità schifose all'ora dei pasti. Secondo me lo fanno apposta: nella fascia dalle 12.30 alle 14.00 in genere transitano su tutti i canali spot su problemi intimi, perdite, pannolini, enterogermina, nausea, sporco, salvaslip e altre cose non esattamente adatte all'ora di pranzo. Tu sei li che stai per infilarti in bocca una forchettata di spaghetti alla carbonara e dalla tv accesa in salotto arriva il sinistro suono: "scusate il ritardo ma avevo un fastidioso prurito intimo" oppure "vado a cambiarmi lo slip" o anche "soffre anche lei di piccole perdite?"....ma come si fa??e poi che razza di messaggi sono?Chi è che arrivando in ritardo al cinema si scusa tirando fuori una scatola di tantum rosa?e quale signora totalmente sconosciuta ti impurtuna in ascensore chiedendoti di problemi prettamente femminili?Ma andiamo, almeno un poco di realismo concedecelo!
No comment.
Altra cosa: la gente per strada che ti ferma per chiederti dei soldi. Con tutto il rispetto del mondo per le brave persone che ci sono su questo pianeta, posso tranquillamente affermare che sono disposta a mettere la mano sul fuoco e anche di più dicendo che un buon 95% di quelli che ti fermano per strada non hanno propositi onesti. Ci sono quelli che ti ficcano in mano una cartolina dicendo che comprandola salverai un bambino dell'Africa. Quelli che in Africa costruiscono ospedali a forza di monetine. L'Africa viene tirata in ballo spesso...e poi ci sono i ragazzi che ti dicono che hanno smesso di drogarsi...quando?stamattina? Se ce una cosa che so, perchè ne faccio parte, è che le associazioni serie non mandano ragazzi in giro per le piazze a distribuire cartoline con su gattini e cagnolini in cambio di qualche euro...Il fatto poi che, quando non li consideri, questi tizi cerchino anche di farti sentire come uno che ha la stessa sensibilità di un gerarca nazista mi dà proprio sui nervi. E se sei fortunato qualche volta ti becchi anche qualche bell'insulto urlato dietro.
No comment.
E poi? Poi le signore delle pulizie dei supermercati che ti urlano che per terra c'è bagnato dopo che tu ti sei lanciato con un doppio tuffo carpiato nello scaffale dei detersivi. Le commesse dei negozi che quando entri non ti calcolano nemmeno di striscio nonostante tu stia urlando buongiorno con un megafono. I tizi che non raccolgono la cacca dei loro cani da in mezzo al marciapiede. Le vecchiette che ti sorpassano mentre fai la fila alla cassa del supermercato, quando tu devi pagare un limone e loro la spesa per un reggimento, con la scusa che sono anziane. Gli assistenti universitari che si credono dio in terra quando fino a ieri erano nelle tue stesse condizioni. I preti del mio pese che voglio censurare uno spettacolo teatrale nemmeno fossimo ancora ai tempi dell'Indice, negando deliberatamente fatti storici realmente accaduti e documentati (d'altra parte fino a dieci anni fa sostenevano la teoria geocentrica...).
NO COMMENT.
sabato 8 ottobre 2011
tradimento...
Volete sapere chi mi ha tradita???Lo volete sapere??
IL MIO ARMADIO.
Proprio lui. L'armadio della mia camera da letto.
Piccola premessa: esiste una camera mia che è mia mia...cioè è quella di quando ero bambina, che viene prima di tutte le case, i viaggi e le fughe intorno al mondo. Ecco in quella camera ci sono tre grandi armadi di legno chiaro (oltre ad un armadio in plastica, colorato da me stile paint you life per scarpe e borse...). Ora i primi due sono pieni di vestiti ma il terzo, circa un paiodi anni fa, è stato oggetto di un lavoro titanico. Solo le donne a questo punto potranno capire cosa significhi svuotare un intero aramdio di abiti, borse, scarpe, coperte e quant'altro, trasferire parte del suo contenuto in un altro armadio (da qui nasce l'armadio plasticoso fai-da-te) e addirittura arrivare a buttare alcune cose...
Dopo tutto questa fatica ero riuscita ad ottenere un armadio vuoto e lo avevo colmato...di libri.
Ammetto che da parte mia riempire un armadio di legno d'abete con tonnellate di carta non sia stata esattamente quella che potrei definire un'ottima idea ma è stata quella che definirei una causa di forza maggiore.
Io sono la gioia di ogni libreria. Non posso uscirne a mani vuote. Amo leggere come poche altre cose al mondo...si, direi che ci sono solo un paio di cose che mi piacciono tanto quanto leggere e almeno una di queste non la si può fare da soli. Il problema però non sta tanto nella lettura in se quanto piuttosto nel fatto che io i li DEVO comprare. Un libro quando lo leggo deve essere mio. Devo affrontarlo sapendo di poterci scrivere su, di poterci fare le orecchie, di poterlo andare a riaprire ogni volta che voglio...non ci posso fare nulla. Io e le biblioteche abbiamo un pessimo rapporto.
A parte il lato schiettamente economico, che comuque mi crea problemi di tanto in tanto, il dramma più grande è rappresentato dallo spazio, inteso come luogo fisico dove ficcare tutta quella carta stampata. Il problema non si porrebbe se possedessi la biblioteca di Oxford ma, ahimè, così non è...la "mia personalissima biblioteca" si componeva, fino ad un paio di anni fa, di quattro umilissimi scaffali...che si sono riepiti nel giro di un altro paio d'anni. Beh, all'inizio ho provato a sbarazzarmi di quelli che proprio non mi piacevano: li ho regalati, venduti, inscatolati e chissà cos'altro...ma tutti gli altri? Sarebbe come strapparmi via un braccio!E da qui è parito il sacrificio dello spazio per abiti e scarpe in nome della conoscenza...a volte mi viene da chiedermi se sono completamente normale....
Tutto andava per il meglio: avevo un sacco di posto per tutti i miei libri, che se ne stavano anche al riparo da luce e polvere e inoltre potevo sfruttare anche il ripiano più altro per infilarci coperte, lenzuola e così dicendo.
Forse però presa da tutto questo idillio ho esagerato un pochino con il carico degli scaffali che in effetti sono fatti per sostenere maglioni e camicette e non certo volumi da 500 pagine...
Fatto sta ed è che ieri notte è accaduto l'inevitabile. Era una di quelle sere in qui me ne torno a casa per passare un po' di tempo con la mia famiglia...ed erano più o meno le tre di notte quando improvvisamente: SBARABAM!!Un'esplosione!!un'esplosione nel mio armadio-libreria. Accendo la luce e ai miei occhi si presenta uno spettacolo raccapricciante: l'armadio aperto stava vomitando fuori una grumo di scaffali sbrindellati, carta e polvere...tutti i miei libri schiacciati sotto mucchi di schegge di legno!Tre hanno riportato ferite importanti, due sono praticamente deceduti e uno è stato tranciato a metà....che scempio.
I miei si sono presentati in camera con un paio di occhi enormi e la faccia di chi aveva appena visto un dinosauro in tutù...
Alla mattina il bilancio è stato:quattro scaffali divelti e una tonnellata abbondante di libri a cui trovare un posto. E io che mi fidavo della mia brillante soluzione, del mio armadio salvalibri...che tradimento.
In sintesi la mia camera adesso sembra la biblioteca di Alessandria dopo un soggiorno di un mese di un'orda di barbari, con pile di libri su ogni superficie su cui sia possibile appoggiarli e un mucchio di legno che va bene solo per il caminetto.
Attendo con ansia un falegname. E qualcuno che mi regali un immenso castello con una biblioteca stile gotico, con tanto di candele, bifore e arazzi.
IL MIO ARMADIO.
Proprio lui. L'armadio della mia camera da letto.
Piccola premessa: esiste una camera mia che è mia mia...cioè è quella di quando ero bambina, che viene prima di tutte le case, i viaggi e le fughe intorno al mondo. Ecco in quella camera ci sono tre grandi armadi di legno chiaro (oltre ad un armadio in plastica, colorato da me stile paint you life per scarpe e borse...). Ora i primi due sono pieni di vestiti ma il terzo, circa un paiodi anni fa, è stato oggetto di un lavoro titanico. Solo le donne a questo punto potranno capire cosa significhi svuotare un intero aramdio di abiti, borse, scarpe, coperte e quant'altro, trasferire parte del suo contenuto in un altro armadio (da qui nasce l'armadio plasticoso fai-da-te) e addirittura arrivare a buttare alcune cose...
Dopo tutto questa fatica ero riuscita ad ottenere un armadio vuoto e lo avevo colmato...di libri.
Ammetto che da parte mia riempire un armadio di legno d'abete con tonnellate di carta non sia stata esattamente quella che potrei definire un'ottima idea ma è stata quella che definirei una causa di forza maggiore.
Io sono la gioia di ogni libreria. Non posso uscirne a mani vuote. Amo leggere come poche altre cose al mondo...si, direi che ci sono solo un paio di cose che mi piacciono tanto quanto leggere e almeno una di queste non la si può fare da soli. Il problema però non sta tanto nella lettura in se quanto piuttosto nel fatto che io i li DEVO comprare. Un libro quando lo leggo deve essere mio. Devo affrontarlo sapendo di poterci scrivere su, di poterci fare le orecchie, di poterlo andare a riaprire ogni volta che voglio...non ci posso fare nulla. Io e le biblioteche abbiamo un pessimo rapporto.
A parte il lato schiettamente economico, che comuque mi crea problemi di tanto in tanto, il dramma più grande è rappresentato dallo spazio, inteso come luogo fisico dove ficcare tutta quella carta stampata. Il problema non si porrebbe se possedessi la biblioteca di Oxford ma, ahimè, così non è...la "mia personalissima biblioteca" si componeva, fino ad un paio di anni fa, di quattro umilissimi scaffali...che si sono riepiti nel giro di un altro paio d'anni. Beh, all'inizio ho provato a sbarazzarmi di quelli che proprio non mi piacevano: li ho regalati, venduti, inscatolati e chissà cos'altro...ma tutti gli altri? Sarebbe come strapparmi via un braccio!E da qui è parito il sacrificio dello spazio per abiti e scarpe in nome della conoscenza...a volte mi viene da chiedermi se sono completamente normale....
Tutto andava per il meglio: avevo un sacco di posto per tutti i miei libri, che se ne stavano anche al riparo da luce e polvere e inoltre potevo sfruttare anche il ripiano più altro per infilarci coperte, lenzuola e così dicendo.
Forse però presa da tutto questo idillio ho esagerato un pochino con il carico degli scaffali che in effetti sono fatti per sostenere maglioni e camicette e non certo volumi da 500 pagine...
Fatto sta ed è che ieri notte è accaduto l'inevitabile. Era una di quelle sere in qui me ne torno a casa per passare un po' di tempo con la mia famiglia...ed erano più o meno le tre di notte quando improvvisamente: SBARABAM!!Un'esplosione!!un'esplosione nel mio armadio-libreria. Accendo la luce e ai miei occhi si presenta uno spettacolo raccapricciante: l'armadio aperto stava vomitando fuori una grumo di scaffali sbrindellati, carta e polvere...tutti i miei libri schiacciati sotto mucchi di schegge di legno!Tre hanno riportato ferite importanti, due sono praticamente deceduti e uno è stato tranciato a metà....che scempio.
I miei si sono presentati in camera con un paio di occhi enormi e la faccia di chi aveva appena visto un dinosauro in tutù...
Alla mattina il bilancio è stato:quattro scaffali divelti e una tonnellata abbondante di libri a cui trovare un posto. E io che mi fidavo della mia brillante soluzione, del mio armadio salvalibri...che tradimento.
In sintesi la mia camera adesso sembra la biblioteca di Alessandria dopo un soggiorno di un mese di un'orda di barbari, con pile di libri su ogni superficie su cui sia possibile appoggiarli e un mucchio di legno che va bene solo per il caminetto.
Attendo con ansia un falegname. E qualcuno che mi regali un immenso castello con una biblioteca stile gotico, con tanto di candele, bifore e arazzi.
sabato 1 ottobre 2011
Treno regionale veloce 4416...
...proveniente da Verona Porta Nuova e diretto a Bologna Centrale delle ore 8.32, é in arrivo al binario 2; ferma in tutte le stazioni eccetto
(e qui cambia voce): Camposanto, (nuovo cambio di voce) Calderara Bargellino. Allontanarsi dalla riga gialla.
Tralasciando il fatto che non ho ancora capito la differenza tra regionale e regionale veloce (ad esclusione del fatto che il biglietto adesso costa un'euro in più), posso tranquillamente affermare che se la voce che annuncia l'arrivo del treno per Bologna
alla stazione avesse anche una forma fisica, ormai saremmo grandi amiche,
considerando che in questi giorni sto praticamente rimbalzando tra casa mia e
quella caotica città.
Apro e chiudo una piccola parentesi: il fatto che alle tre del pomeriggio del primo di ottobre il termometro della farmacia segni 30° gradi non affatto normale...
Il problema fondamentale della stazione di Bologna è quello di essere un punto nevralgico: come tutte le strade portano a Roma, prima o poi tutti i treni finiscono a Bologna. Questo, devo ammetterlo, succede soprattutto in periodo vacanziero. Ecco, se in quei giorni ci si doveva recare a Bologna per studio o lavoro ci si trovava a provare una
forte invidia nei confronti dei turisti in partenza, ma il modo migliore per farsela
passare era dare un'occhiata al treno Bologna-Ancona, quello che fa tutte le
stazioni del mare per intenderci. Praticamente un carro bestiame. Io non ho
idea in base a quale regola fisica tutte quelle persone (accompagnate da
relative valigie) riescano ad infilarsi in uno spazio che non è esattamente
vasto...credo che salendo la prima sensazione che ti prende sia quella
di entrare in una scatola di sardine appoggiata sulla superficie del sole...quindi, evvai! Meno
male che non devo andare in vacanza!
In questi giorni invece, e ribadisco c'è un caldo abbastanza inusuale, sui treni per Bologna l'aria condizionata è già stata spenta e per forza di cose i finestrini vengono spalancati dai poveri viaggiatori stremati dalla temperatura tropicale alla ricerca di un minimo di refrigerio...che ovviamente non arriva: l'effetto finale è che "si sta come nel forno ventilato le patate", per fare una citazione colta.
In ogni caso per tutti i periodi dell'anno vale il teorema della, passatemi il termine, fanculizzazione delle ferrovie: se sei in anticipo è in ritardo. Se sei in ritardo, è puntuale. Se sei in orario, è in sciopero. E questo sempre. Oltre a ciò valgono i corollari: se c'è tantissima gente il treno è di un solo vagone. Se il treno è vuoto la vecchietta con il cagnolino ringhiante si verrà a sedere esattamente di fronte a te. Se c'è caldo i finestrini non si abbassano. Se si gela non si tirano su.
Se c'è un ottimo passatempo
quando si viaggia da soli in treno, o su ogni altro mezzo di trasporto
collettivo, è osservare chi ci sta attorno. Sui mezzi pubblici si raduna la più diversa umanità e tu sei assolutamente libero di osseravare in modo sfacciato tutti quanti...cosa che io faccio normalmente in ogni occasione, ma questo è una caso a parte...
Venerdì mattina prendo il treno e mi siedo in uno scompartimento praticamente vuoto. E' rimasto tale per circa un paio di fermate dopo di che ha iniziato a riempirsi. Per primo è salito un signore stracarico di pacchi, sacchettini e sportine, che emanava un fortissimo odore di liquirizia. Poi una suora vestita di grigio e nero che per tutto il viaggio ha fissato con disappunto il mio vestito rosso fuoco mormorando il rosario in latino. Poi è stata la volta di una mamma di colore con una bambina bellissima che si è messa a sgambettare lungo tutto il vagone. Di ogni persona è bello immaginare la vita, il motivo per il quale ha preso quel treno, lo stato d'animo e mille altre cose...
L'ho sempre affermato: il treno non è il mio mezzo preferito per spostarmi ma sicuramente è un ottimo mezzo per inventare racconti...
Alla prossima viaggiatori!
Ps. Per chi ha guardato la luna di questa sera: ma non era uno spettacolo???Sembrava una di quelle lune di plastica fosforescente che si appiccicano sui soffitti delle stanze...che meraviglia!
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