Ora vi chiederete di cosa sto parlando...vi faccio alcuni esempi:
1.Perché quando il computer si impalla e io gli parlo dolcemente lui riparte??sembra una cavolata ma è pura realtà: dopo aver provato a sbloccarlo in tutti i consueti e tecnologici modi possibili, esasperata, mi trovo a sussurrargli parole affettuose supplicandolo di darmi un segno di vita e a quel punto, magia! Lui riparte! mistero...e si sa che molti elettrodomestici hanno la tendenza a comportarsi così: televisioni con interferenze, lettori della macchina che sputano i cd, lavastoviglie che non si accendono...tutti, per una arcana ragione, ripartono quando ti comporti in modo umano (nel senso come se parlassi ad una persona) e carino con loro.
2. un classico mai smentito: i calzini nella lavatrice. Al solito io ne metto dentro due e ne esce uno. Mistero mai spiegato ma accettato da tutti. E succede spessissimo! Una volta per pura volontà di conoscenza mi era perfino venuto in mente di fare un lavaggio con dentro solo due calzini per vedere dove uno si sarebbe andato a nascondere...ovviamente poi non ho seguito questa mia idea al limite della follia da una parte perché sarebbe stata un'offesa all'ambiente e alla mia intelligenza e poi perché sapevo perfettamente che in quel caso sarebbero venuti fuori due calzini. Tuttavia il mistero non si spiega: l'unica ipotesi e che durante la centrifuga si apra all'interno del cestello, per una curiosa convergenza di regole fisiche, un tunnel spazio temporale che trasporta il calzino fuggitivo in un'altra dimensione o magari gli fa fare un viaggio nel tempo e, senza saperlo, o dei gambaletti che hanno visto le guerre puniche...al lavaggio successivo il tunnel si riapre e il calzino ritorna con il sua carico di avventure...chissà magari un giorno mi spunterà Napoleone dall'oblò della lavatrice...
3. La sensazione che ti prende quando qualcuno ti fissa da lontano...quel formicolio che ci fa dire "mi sento osservata"...qui me la sono anche spiegata da un punto di vista fisico:la sensazione di sentirsi osservati, in quanto sensazione è reale, nel senso che esiste questa sensazione. E su questo siamo tutti d'accordo. Ora non è altrettanto vero che alla sensazione corrisponda il reale evento di essere osservati ed è proprio qui che sta il problema.
Da un punto di vista fisico, l'essere osservati non è una attività ma una passività, èsemplicemente il nostro riflesso che finisce dentro le pupille di tutti quelli che ci sono attorno.E qui, a rigor di logica mi viene da dire che non possiamo essere sensibili all'essere osservati. Però qui mi sorge un'altra domanda: è possibile avere la sensazione che qualcuno stia pensando a noi?
Supponiamo che ci siano 10 persone che guardano verso di noi, ma solo una sta guardando specificatamente noi, tutte le persone hanno il riflesso della nostra immagine sulla loro retina, ma solo una ne è cosciente e ha un "pensiero" che elabora questa immagine o comunque che pensa a noi. Ammettere questo significherebbe ammettere che tutti noi abbiamo la possibilità di leggere o perlomeno di percepire i pensieri altrui.
Supponiamo che ci siano 10 persone che guardano verso di noi, ma solo una sta guardando specificatamente noi, tutte le persone hanno il riflesso della nostra immagine sulla loro retina, ma solo una ne è cosciente e ha un "pensiero" che elabora questa immagine o comunque che pensa a noi. Ammettere questo significherebbe ammettere che tutti noi abbiamo la possibilità di leggere o perlomeno di percepire i pensieri altrui.
Potrei andare avanti per ore...i rumori notturni che spariscono non appena aguzzi l'orecchio, le cose che si smarriscono esattamente nel momento in cui servono o che si rompono appena decidi di usarle, la capacità dei professori di fare domande sull'unica pagina del libro che hai saltato o quella delle cose fragili di suicidarsi partendo da posizioni in cui per nessun motivo avrebbero potuto cadere e così via...
fatto sta che a queste cose non si pensa mai, si accettano semplicemente...la cosa bella e che forse questi fatti esistono solo per mettere un po' di paranormale nelle nostre vite e dare l'ebbrezza di ammettere che non riusciremo mai a spiegarci proprio tutto...
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