Uno dei luoghi in cui pensavo che il progresso non sarebbe mai giunto è il bagno. Si, si, la toilette per intenderci. Ecco, ero fermamente convinta che i bagni sarebbero sempre stati come li ho conosciuti da bambina. Quanto mi sbagliavo.
Ora forse vi chiederete da dove nasce questa mia intrinseca delusione e il ragionamento che ne segue. Vi rispondo subito: da una serata al ristorante.
Alcune sere fa sono andata a mangiare con le mie amiche in un ristorante giappo-thailandese per goderci una serata tra donne. Locale favoloso, ottima cucina. Il dramma è nato al momento di andare in bagno: in quel luogo tutto era automatico. TUTTO!!!
Primo problema: lo sciacquone del wc che parte da solo.
Avete presente di cosa sto parlando? Quello che scarica in base a una maledetta fotocellula.
Io non ne capisco il motivo. Se è per questioni di igiene esistono quei comodissimi sciacquoni che si azionano usando il piede, una delle migliori invenzioni di questo secolo. Altri motivi non ne vedo, tranne il fatto di creare volontariamente una certa tensione alla signora (temo sia infatti un problema tutto femminile) chi sta facendo pipì. Già ti trovi ad essere sospesa in una posizione alquanto improbabile e poi devi avere anche addosso la suspance di non sapere quando quel cavolo di water farà partire una cascata...si, perché non pensiate che parta quando vi alzate come c'è scritto sull'etichetta...
Oltre a questo, nel bellissimo bagno giapponese anche la carta igienica era automatica (cioè quando aprivi la porta il macchinario faceva già uscire la striscietta di carta che secondo lui ti sarebbe servita...), cosi come il disinfettante, la luce e, sorpresa delle sorprese nonché trionfo giapponesizzante, una curiosa musichetta che si avviava quando tu ti avvicinavi alla tazza...mi hanno spiegato che la sua funzione è quella di combattere un complesso che noi donne abbiamo innato: quello che gli altri fuori dal bagno sentano il rumore della pipì contro la ceramica...Ora io credevo che fosse un problema mio perché son strana, invece a quanto pare la cosa è molto diffusa e particolarmente sentita dalle giapponesi. In ogni caso con questo sistema la gente fuori sa che quando parte la musichetta io sto facendo pipì e a me sembra un po' eccessivo....ma non stiamo a formalizzarci...
Secondo problema: lavarsi le mani.
Ovviamente anche i lavandini avevano la loro dannata fotocellula. Così come il distributore del sapone, che ve lo dico a fare...
Qui, credo che il problema sia in parte mio. Avrò le mani troppo lunghe, le dita troppo sottili, che ne so? Fatto sta che io quei così non sono in grado di farli partire. Avvicino la mano, parte, vado per lavarmi, si spegne. Riprovo. Stesso risultato. Cambio lavandino. Quello proprio non parte. Ritorno al primo e inizio una sorta di balletto tirolese davanti a quel maledetto coso.
Il sapone poi è ancora peggio. Regolarmente metti la mano sotto, lui fa un rumoretto, sembra che non esca nulla e appena allontani la mano per capire come mai non va, SPLOCH...una gigantesca goccia di sapone fucsia si sfracella sul ripiano di marmo grigio. E tu ti senti pure in colpa.
Mentre stavo maledicendo l'inventore della fotocellula, entra una signora, si avvicina al lavandino che io non ero stata in grado di fare partire. Io le sorrido trionfante "Quello non va" la informo. Invece funziona eccome!!!!La signora con un abile movimento del polso lo fa partire, si lava le mani velocemente (e senza sapone) e se ne va orgogliosa della sua impresa.
Non mi resta che avviarmi mestamente all'asciugamani (non credo abbia un nome tecnico). Metto le mani sotto, ormai rassegnata al fatto che non partirà mai. Sbagliato. Parte all'improvviso e ha più o meno la potenza di un motore per jet. Ti asciuga anche la saliva in bocca. Con le mani abbrustolite come se le avessi infilate in una caldaia mi avvio verso la porta rimpiangendo i vecchi rotoloni di carta o per lo meno un asciugamani che non ti strappi la prima pelle.
Uscendo da quella specie di Enterprise di ceramica mi chiedo perché abbiamo preso sto vizio di ficcarla dappertutto 'sta benedetta tecnologia e se non sarebbe meglio, qualche volta, riuscire a farne a meno. Almeno quando si tratta di toilette.
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