Per lucem et tenebram transeunt vitae nostrae mortalis.

lunedì 25 aprile 2011

assenza...

Perdonate la mia assenza...Sono giorni abbastanza fitti...
Sono uscita dalla fase "Ohmiodioèimpossibilenoncelapossofare!!!", sono passata in quella "sono super carica non mi può battere nessuno!!!", ho transitato per " sono strafelice e fiera dei successi che ho ottenuto e di come si sta mettendo tutto quanto", ho sfiorato "per andare avanti ho bisogno di una dose di anfetamine per un anno e della capacità di autoclonarmi" , sono irrimediabilmente giunta a "tutto va come deve andare ma che fatica!" e ora sono appena entrata in "mi serve una vacanza". E per fortuna la mia vacanza mi aspetta per davvero! Parigi arrivo!!!! Probabilmente quando ho programmato questo viaggio mesi fa è stato perché in quel momento si sono scatenate le mie doti da veggente....

In questi giorni mi sono venute in mente tante cose diverse ma nessuna era degna di meritare un post tutto suo...Tuttavia, visto che per un po' non ci sentiremo più e che nel frattempo non ho maturato un altro argomento bello e profondo metto qui un po' di marmellata di pensieri tanto per lasciare un po' di cose su cui fare un pensiero o una risata...premetto, questi argomenti non hanno alcuna connessione logica tra loro, anche perché per la maggior parte mi venivano in mente in treno quando lascio la mia mente vagare libera qua e là...

In questi giorni sto leggendo un bellissimo romanzo che parla della vita di Matilde di Canossa. L'ho iniziato perché sono ormai due anni che porto in giro per l'Italia con la mia compagnia uno spettacolo su questa meravigliosa donna in cui ho l'onore di vestirne i panni (non so chi di voi la conosca, ma se per caso non avete la fortuna, date un'occhiata alla sua vita, vi assicuro che merita). Beh, se devo essere sincera all'inizio non è che andassimo molto d'accordo, credevo che io e lei non avessimo niente in comune. Poi con il tempo le cose sono cambiate. Non so chi di voi faccia teatro ma, almeno per me, il rapporto che ho con i miei personaggi è in genere in continua evoluzione. Fino ad ora però avevo parlato con storici e letto documenti, estratti, testi ma mai nulla di completo. Ora dopo due anni ho sentito il bisogno di leggere cosa gli storici dicono di lei, di tutta la sua vita. Il libro che sto leggendo si intitola "La grancontessa" di Edgarda Ferri, un'ottima storica a mio avviso. La mia riflessione è questa: Matilde, ma come lei molti personaggi del tempo, hanno fatto cose incredibili e vivevano attorno all'anno 1000. Dovevano avere belle menti e spiriti forti. Che cosa avrebbero potuto fare con i mezzi di oggi? Se Matilde avesse potuto prendere un treno per andare a trovare l'imperatore in Germania? Se Gregorio VII avesse potuto mandare una mail a Enrico IV? e cosa direbbero della società di oggi, loro che combattevano i peccati che si consumavano nella chiesa? Che si trovavano ad affrontare questioni immense e che decidevano il destino di migliaia di persone?Cosa penserebbero dello scandalo dei preti pedofili? dell'aborto? delle cellule staminali? Ovviamente non posso darvi io una risposta, e come non posso io non può nessun altro però mi è piaciuto pensarci su...

Ieri invece riflettevo sugli spazzolini elettrici (vi avevo avvertito). E in particolare rimanevo sconvolta da quella pubblicità cretina con le tre tizie in un bagno pubblico che discutono del loro spazzolino. Allora, primo, non c'è nessuno che si lava i denti nella toilette del ristorante. Secondo, queste girano con lo spazzolino in borsa e tengono convegni nei bagni? Terzo, io lo spazzolino elettrico l'ho preso. L'ho fatto dopo che me l'ha consigliato il dentista e devo ammettere che effettivamente funziona, MA, e qui sta il nocciolo della questione, averlo usato mi ha anche fatto capire perché nella pubblicità le tre decerebrate non lo fanno: perché ti fa sembrare un cretino. Si, è così. Intanto spruzzi praticamente in tutto il bagno, poi non sai che fare...o tieni la bocca serrata o appena la apri la schiuma inizia a colarti lungo il mento e se tiri fuori lo spazzolino quello crea una specie di esplosione nucleare a base di dentifricio...

Poi ho cercato di rispondere alla questione del perché le pubblicità imbarazzanti vanno sempre in onda mentre stai mangiando...altro mistero irrisolto....e poi...ci sono sempre state queste pubblicità così orribili??o l'enterogermina e il tantum rosa hanno dovuto fare fronte ad un calo di vendite nell'ultimo paio d'anni??

c'erano un sacco di altre futili e serie questioni che ronzavano per la mia testa ma ora, ovviamente mi sono passate di mente...magari ne riparleremo poi...


lunedì 11 aprile 2011

tecnologia e lavandini...

Ormai si sa, la tecnologia è ovunque. E, se tecnologia vuol dire comodità e divertimento, io sono la prima che si entusiasma delle bellezze del futuro. Nei limiti dell'umana natura. Si perché quando di tecnologia ce n'è troppa il mio rapporto con quest'ultima decade inevitabilmente.

Uno dei luoghi in cui pensavo che il progresso non sarebbe mai giunto è il bagno. Si, si, la toilette per intenderci. Ecco, ero fermamente convinta che i bagni sarebbero sempre stati come li ho conosciuti da bambina. Quanto mi sbagliavo.
Ora forse vi chiederete da dove nasce questa mia intrinseca delusione e il ragionamento che ne segue. Vi rispondo subito: da una serata al ristorante.

Alcune sere fa sono andata a mangiare con le mie amiche in un ristorante giappo-thailandese per goderci una serata tra donne. Locale favoloso, ottima cucina. Il dramma è nato al momento di andare in bagno: in quel luogo tutto era automatico. TUTTO!!!

Primo problema: lo sciacquone del wc che parte da solo.
Avete presente di cosa sto parlando? Quello che scarica in base a una maledetta fotocellula.
Io non ne capisco il motivo. Se è per questioni di igiene esistono quei comodissimi sciacquoni che si azionano usando il piede, una delle migliori invenzioni di questo secolo. Altri motivi non ne vedo, tranne il fatto di creare volontariamente una certa tensione alla signora (temo sia infatti un problema tutto femminile) chi sta facendo pipì. Già ti trovi ad essere sospesa in una posizione alquanto improbabile e poi devi avere anche addosso la suspance di non sapere quando quel cavolo di water farà partire una cascata...si, perché non pensiate che parta quando vi alzate come c'è scritto sull'etichetta...
Oltre a questo, nel bellissimo bagno giapponese anche la carta igienica era automatica (cioè quando aprivi la porta il macchinario faceva già uscire la striscietta di carta che secondo lui ti sarebbe servita...), cosi come il disinfettante, la luce e, sorpresa delle sorprese nonché trionfo giapponesizzante, una curiosa musichetta che si avviava quando tu ti avvicinavi alla tazza...mi hanno spiegato che la sua funzione è quella di combattere un complesso che noi donne abbiamo innato: quello che gli altri fuori dal bagno sentano il rumore della pipì contro la ceramica...Ora io credevo che fosse un problema mio perché son strana, invece a quanto pare la cosa è molto diffusa e particolarmente sentita dalle giapponesi. In ogni caso con questo sistema la gente fuori sa che quando parte la musichetta io sto facendo pipì e a me sembra un po' eccessivo....ma non stiamo a formalizzarci...

Secondo problema: lavarsi le mani.
Ovviamente anche i lavandini avevano la loro dannata fotocellula. Così come il distributore del sapone, che ve lo dico a fare...
Qui, credo che il problema sia in parte mio. Avrò le mani troppo lunghe, le dita troppo sottili, che ne so? Fatto sta che io quei così non sono in grado di farli partire. Avvicino la mano, parte, vado per lavarmi, si spegne. Riprovo. Stesso risultato. Cambio lavandino. Quello proprio non parte. Ritorno al primo e inizio una sorta di balletto tirolese davanti a quel maledetto coso.
Il sapone poi è ancora peggio. Regolarmente metti la mano sotto, lui fa un rumoretto, sembra che non esca nulla e appena allontani la mano per capire come mai non va, SPLOCH...una gigantesca goccia di sapone fucsia si sfracella sul ripiano di marmo grigio. E tu ti senti pure in colpa.
Mentre stavo maledicendo l'inventore della fotocellula, entra una signora, si avvicina al lavandino che io non ero stata in grado di fare partire. Io le sorrido trionfante "Quello non va" la informo. Invece funziona eccome!!!!La signora con un abile movimento del polso lo fa partire, si lava le mani velocemente (e senza sapone) e se ne va orgogliosa della sua impresa.
Non mi resta che avviarmi mestamente all'asciugamani (non credo abbia un nome tecnico). Metto le mani sotto, ormai rassegnata al fatto che non partirà mai. Sbagliato. Parte all'improvviso e ha più o meno la potenza di un motore per jet. Ti asciuga anche la saliva in bocca. Con le mani abbrustolite come se le avessi infilate in una caldaia mi avvio verso la porta rimpiangendo i vecchi rotoloni di carta o per lo meno un asciugamani che non ti strappi la prima pelle.

Uscendo da quella specie di Enterprise di ceramica mi chiedo perché abbiamo preso sto vizio di ficcarla dappertutto 'sta benedetta tecnologia e se non sarebbe meglio, qualche volta, riuscire a farne a meno. Almeno quando si tratta di toilette.

domenica 3 aprile 2011

impossibile...

"come va in questi giorni?"
"oh, non me lo chiedere nemmeno...è un periodo impossibile!"

Questo è più o meno l'inizio della maggior parte delle mie conversazioni in questi giorni.
Sarà colpa della primavera improvvisa, ma per tutti questo è un periodo impossibile. Me compresa.

Un periodo impossibile è un periodo talmente incasinato da risultare quasi inconcepibile. Non dovrebbero nemmeno poter esistere settimane del genere, perché è assurdo che tutto succeda negli stessi giorni, eppure a volte capitano. In genere in concomitanza con la bella stagione.
E tutto quello che succede si accavalla, si accartoccia, crea incomprensioni, fa dare risposte secche, scrivere messaggi sbagliati che assumono un senso del tutto contrario a quello che si voleva dare...No, non hai capito, non volevo dire questo, è solo che sto facendo la torta per la festa della mia migliore amica che tra l'altro cade in concomitanza con le prove dello spettacolo che sono giusto il giorno prima della conferenza all'università , che mi serve per l'esame per cui sto studiando e in questi giorni devo anche trovare un giorno per andare a trovare la nonna...si poi magari se trovo un paio d'ore mangio, mi lavo e dormo un po'...

Quando poi tu sei libero, regolarmente, le persone con cui vorresti passare un po' di tempo, scambiare qualche parola, sono terribilmente impegnate. Perché i periodi impossibili capitano tutti assieme. E allora ci si sente ignorati, non capiti. Si passano ore a interpretare quei messaggi criptici che arrivano nel pieno del caos, completamente privi di qualsivoglia segno di punteggiatura. Manco fosse la stele di Rosetta.
E poi ci di fanno mille scrupoli. Gli telefono? E se poi è nel bel mezzo di una conferenza? Magari gli mando un messaggio...No, poi pensa che io sia appiccicosa...una mail? Ma no...chi ha tempo di leggere le mail..e dall'altra parte in genere ci si sta facendo gli stessi viaggi mentali...

E quindi come si fa con i periodo impossibili? Si affrontano. Con calma. Come tutte le cose impossibili:
l'unica differenza tra una cosa possibile e una impossibile è che per quella impossibile occorre più tempo.
Quindi, pazienza, un po' di sana organizzazione e qualche goccia di fiori di Bach, se proprio ci si sente di essere sull'orlo di una crisi di nervi...perdoniamo le persone a cui vogliamo bene che a nostri messaggi appassionati rispondono con un "grazie anche a te" o quelle che ci chiedono un po' di tempo per affrontare il migliaio di cose da fare che si trovano davanti...e speriamo che l'impossibile passi, come tutte le cose.