sette lunghissimi giorni di pastosa oscurità...
non c'è mattina o pomeriggio, nè tramonti o albe, solo una profonda, insondabile, grigia penombra costante!mi fa impazzire...
solo alla sera arriva il buio, quello vero, accolto con più gioia del solito:non rappresenta più solo la fine di un giorno, il momento del caldo riposo, in cui si tirano le somme e si pensa "ma si, tutto sommato è stata una gran giornata!", ma è quel minimo di cambiamento nel mondo esterno che la nostra mente ha bisogno di vedere!
e poi piove...sembra che qualcuno abbia deciso di dare una pulita quaggiù!
il Po che corre vicino vicino a casa mia in questi giorni mette i brividi:alto, pieno (non ancora pienissimo...) e gonfio:scorre a velocità folle e sembra immobile!
tutto è umido, bagnaticcio, fangoso...bleah!
vorrei tanto un po' di neve!
venerdì 12 dicembre 2008
domenica 7 dicembre 2008
Eccomi qua...
Eccomi qua. E chi l'avrebbe detto...
io, che da sempre adoro i diari per il loro intrinseco fascino e la loro innata segretezza, mi ritrovo a raccontare a tutti qualche pezzetto della mia vita!chiedermi perché lo faccio è inutile, la mia coscienza rimane chiusa in un ostinato mutismo, ma non mi sembra affatto male come idea!
Adoro scrivere "a lume di candela"...quando scrivo un racconto, una filastrocca o una favola per la mia sorellina accendo sempre una candela colorata e me la piazzo sulla scrivania, anche in pieno giorno o all'aperto, sul tavolo del giardino: l'odore del fiammifero che langue fumigginoso prima e della cera sciolta poi, il guizzare della fiamma, il lento consumarsi della candela, sono fonte di ispirazioni grandiose!
La candela sgocciola e lascia tracce colorate sul portacandele candido, a forma di conchiglia (il mio preferito!): quando ha finito di bruciare non rimane altro.
Una traccia. Un ricordo. Un pallido accenno.
La candela nel suo pesante, solido, essere è noiosa. Bruciando cede una leggera scintilla di se, la sua parte più affascinante.
io, che da sempre adoro i diari per il loro intrinseco fascino e la loro innata segretezza, mi ritrovo a raccontare a tutti qualche pezzetto della mia vita!chiedermi perché lo faccio è inutile, la mia coscienza rimane chiusa in un ostinato mutismo, ma non mi sembra affatto male come idea!
Adoro scrivere "a lume di candela"...quando scrivo un racconto, una filastrocca o una favola per la mia sorellina accendo sempre una candela colorata e me la piazzo sulla scrivania, anche in pieno giorno o all'aperto, sul tavolo del giardino: l'odore del fiammifero che langue fumigginoso prima e della cera sciolta poi, il guizzare della fiamma, il lento consumarsi della candela, sono fonte di ispirazioni grandiose!
La candela sgocciola e lascia tracce colorate sul portacandele candido, a forma di conchiglia (il mio preferito!): quando ha finito di bruciare non rimane altro.
Una traccia. Un ricordo. Un pallido accenno.
La candela nel suo pesante, solido, essere è noiosa. Bruciando cede una leggera scintilla di se, la sua parte più affascinante.
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